La città

Quella città cresceva e con lei la dispersione e l’anonimato. La metropolitana arrivava vicino ad un quartiere di periferia che poco alla volta si svuotava di ogni identità per essere solo altezze vertiginose, cemento, vetri, parchi e giardini finti, appesi spesso alle terrazze di palazzoni: chi li abitava si illudeva di non aver massacrato l’ambiente. Qualcuno coltivava fiori, altri si spingevano fino alla realizzazione di orti, altri, audaci e più vecchi, piantavano anche piccoli alberi da frutta che sistematicamente morivano, tutti meno i limoni, ben esposti in vasi enormi di terracotta con festoni in rilievo. 

Il centro, molto esteso, era spettacolare, bastava non amare il verde, la campagna, la natura. Palazzi famosi ed importanti, universalmente noti, piazze intitolate ad ogni eroe risorgimentale, giardini dedicati un po’ a tutti. Le strade erano spaziose, spesso alberate. Viali simili a quelli di tante altre città europee. Mentre ci si addentrava nella periferia, i palazzi rimanevano sontuosi ma assumevano un’architettura più moderna. Abitati da una borghesia che cercava di mimetizzarsi, questi edifici erano il simbolo di una classe sociale che non voleva passare inosservata. Qui i ricchi e i benestanti si riunivano in una sorta di melting pot dove l’unica distinzione tra le varie fasce era data dalla grandezza dell’appartamento, e sempre meno dal possedere un’auto di lusso. Molti avevano addirittura eliminato l’auto e si spostavano con Uber o con i taxi o con la metropolitana. Era una città grande e a modo suo democratica, cieca, eccessiva. Tolta l’élite, passavano tutti per gli stessi ristoranti alla moda, comperavano in centro e nei centri commerciali oltre la periferia. Ma non erano tempi di bagordi, al contrario i più se ne stavano a casa.

Tuttavia, in questo momento non c’è un’atmosfera di festa e di allegria, ma piuttosto di riflessione e di dedicare del tempo alla propria casa. La vita frenetica e le attività mondane sono state messe da parte, lasciando spazio alla calma e alla solitudine. In questi tempi di incertezza, molte persone stanno cercando di trovare conforto e sicurezza nelle mura della loro abitazione, prendendo il tempo per concentrarsi su se stesse e sui loro pensieri. La casa diventa un rifugio dal mondo esterno, un posto dove potersi rilassare e ricaricare le energie. In questa fase di introspezione, la gente sta apprezzando maggiormente la semplicità e la pace della vita domestica.